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Rapporto OsMed 2008: farmaci del sangue e degli organi emopoietici


1 Agosto 2009 - Per i farmaci della classe sangue ed organi emopoietici, la prescrizione territoriale di classe A-SSN nel 2008 rappresenta, con 84,7 DDD per 1000 abitanti die, il 9,2% sul totale delle prescrizioni ponendosi al 3° posto tra le classi di farmaci più prescritte; la spesa invece con 1.815 milioni si colloca all’8° posto.
Nel 2008 questa classe ha registrato un aumento sia della prescrizione ( +5,5% ) sia della spesa territoriale ( +7,1% ). Si osserva un leggero spostamento della prescrizione verso farmaci più costosi ( effetto mix +2,7% ) e una leggera riduzione dei prezzi ( -1,2% )

Nella maggior parte dei Paesi europei questi farmaci occupano dal sesto al nono posto della prescrizione pubblica e privata.

A livello regionale, si conferma un’ampia variabilità prescrittiva territoriale ( da 66,8 DDD per 1000 abitanti die della PA di Bolzano a 106,0 della Calabria ) con un aumento delle quantità prescritte nella maggior parte delle Regioni, con l’eccezione della Sicilia ( -4,6% ) e del Lazio ( -0,4% ).
In alcune Regioni la spesa aumenta nettamente rispetto all’anno precedente ( ad esempio, +44,3% nel Lazio nonostante la riduzione nel consumo; +30,6% in Basilicata ) mentre in altre si osserva una netta diminuzione ( -51,2% in Val d’Aosta; -46,8% nelle Marche ). Questo andamento è soprattutto spiegato dallo spostamento verso l’acquisto di farmaci più costosi ( nel primo caso ) e meno costosi ( nel secondo caso ), che potrebbe essere legato a differenze regionali nella distribuzione diretta dei farmaci più costosi.

I sottogruppi di farmaci che incidono maggiormente sulla spesa territoriale sono rappresentati dalle eparine a basso peso molecolare, antiaggreganti piastrinici, fattori della coagulazione ed epoetine.
Gli antiaggreganti piastrinici rappresentano invece le categorie di farmaci con il valore di DDD/1000 abitanti die più elevato sul territorio.

Per quanto riguarda invece la prescrizione o l’erogazione nelle strutture pubbliche i farmaci ematologici sono al 1° posto tra le classi di farmaci più prescritte con 34,8 DDD per 1000 abitanti die e al 3° posto come spesa ( 15,49 euro pro capite, per un totale di 923,6 milioni di euro ). Nelle strutture pubbliche la maggior parte dell’utilizzo dei farmaci di questa classe ( circa i due terzi ) è rappresentato dalle soluzioni infusionali, mentre la maggior parte della spesa è dovuta alle epoetine e ai fattori della coagulazione.

Passando a una descrizione più dettagliata dei singoli sottogruppi, la prescrizione di eparine a basso peso molecolare nel territorio, prime tra i farmaci ematologici come voce di spesa, è rimasta pressoché invariata rispetto al 2007 ( +0,5% ) e così anche la relativa spesa ( +0,3% ). In particolare si osserva un incremento della prescrizione di Nadroparina ( +10,7% ) e di Parnaparina ( +19,3% ) ed un decremento di Repivarina ( -18,7% ) e di Enoxaparina ( -8% ), che rimane la prima eparina per consumo con 1,5 DDD per 1000 abitanti die, al pari della Nadroparina.
Per quanto riguarda in particolare l’Enoxaparina, è possibile che la riduzione dei consumi sia dovuta a una carenza del prodotto sul mercato determinata dal ritiro nel corso del 2008 di lotti del medicinale per una loro possibile contaminazione.

Nessuna delle eparine ( così come nessuno dei farmaci ematologici in generale ) è compresa tra i primi trenta principi attivi a maggior spesa a carico SSN sul territorio, ma ciò si può ipotizzare con la diffusa distribuzione diretta o per conto di questi farmaci. Da segnalare il netto incremento del Fondaparinux dopo la sua introduzione in commercio anche se la quantità prescritta nel 2008 è stata di 0,1 DDD per 1000 abitanti die.

Nelle strutture pubbliche, le eparine a basso peso rappresentano il quarto sottogruppo per spesa tra i farmaci ematologici ( 0,96 euro pro capite, per un totale di 57,5 milioni di euro ): la più prescritta è l’Enoxaparina (2,2 DDD per 1000 abitanti Die ).

Gli antiaggreganti piastrinici ( escluso il Clopidogrel ) sono i farmaci più prescritti sul territorio tra i farmaci ematologici ( 59,1 DDD/1000 abitanti die ). Rispetto all’anno precedente si osserva un aumento dei consumi ( +5,8% ); l’aumento della spesa ( +2,0% ) è limitato dalla diminuzione dei prezzi ( -3,6% ). In particolare fra i 30 principi attivi più prescritti è presente l’Acido Acetilsalicilico ( al 2° posto ) con 40,5 DDD per 1000 abitanti die ) e la Lisina Acetilsalicilato ( al 27° posto ).
La Ticlopidina è il quinto tra i farmaci ematologici per spesa sul territorio ( 0,7 euro pro capite ); ha registrato nel 2008 un lieve aumento nella prescrizione ( +4,7% ) e una diminuzione della spesa ( -7% ), dovuta alla diminuzione del prezzo.
Tra i farmaci ematologici a maggior spesa sul territorio segue il Clopidogrel ( 0,6 euro pro capite ), che nel 2008 ha registrato un aumento sia nel consumo ( +21,4%, per un consumo medio di 0,9 DDD/1000 abitanti die ) sia nella spesa ( +22,8% ).

Nel valutare la prescrizione di Clopidrogrel bisogna tenere conto che questo farmaco, la cui prescrizione è soggetta a piano terapeutico AIFA ( PT-AIFA ), di tipo vincolante, viene anche dispensato attraverso la distribuzione diretta o per conto. La pre-scrizione o erogazione del farmaco attraverso le strutture pubbliche è stata mediamente pari a 1,5 DDD per 1000 abitanti die, per una spesa totale di 45,4 milioni di euro.

A livello territoriale i fattori della coagulazione hanno un consumo inferiore a 0,05 DDD/1000 abitanti die, perché anche questi, essendo ricompresi nel PHT ( Prontuario Ospedale Territorio ), sono dispensati soprattutto attraverso la distribuzione diretta e possono quindi essere più facilmente soggetti a oscillazioni periodiche sia nelle quantità che rientrano nella prescrizione territoriale sia nella spesa. Nel 2008 si è registrato un aumento nella spesa del 21,8%, mentre nel 2007 si registrava una diminuzione del 25,9%. Tuttavia, dato il loro costo elevato, la spesa pro capite ( 1,7 euro ) è stata di poco inferiore a quella per gli antiaggreganti ( escluso il Clopidogrel ).

Fra i principi attivi appartenenti a questa categoria quello con la spesa più elevata è il fattore VIII prodotto con tecnologie da DNA ricombinante ( 1,1 euro pro ca-pite ) ampiamente utilizzato nei pazienti emofilici.

Anche per quanto riguarda la dispensazione attraverso le strutture pubbliche, i fattori della coagulazione hanno un consumo inferiore a 0,05 DDD/1000 abitanti die, anche se superiore al consumo territoriale considerando che la spesa pro capite è doppia ( 3,58 euro pro capite rispetto a 1,7 sul territorio ). Anche in questo caso il principio attivo con la spesa più elevata è il fattore VIII prodotto con tecnologie da DNA ricombinante ( 1,75 euro pro capite ) con una notevole variabilità territoriale ( si va dal 3° posto in Abruzzo, Campania e nella PA di Trento al 73° posto in Molise ), forse anche a causa di differenze nella distribuzione diretta.

Le epoetine sono prevalentemente dispensate attraverso la distribuzione diretta. Nel 2008 il consumo territoriale è stato di 0,2 DDD/1000 abitanti die ( pari a una spesa pro capite di 1 euro ), con un leggero aumento rispetto all’anno precedente ( +8,3% di Consumo ). Anche in questo caso le oscillazioni per alcune molecole vanno interpretate considerando il consumo relativamente basso a livello territoriale.

I dati sul consumo a livello delle strutture pubbliche confermano un maggior consumo di epoetine in quest’ambito. In particolare, l’Epoetina alfa è il principio attivo maggiormente prescritto ( 0,9 DDD per 1000 abitanti die ) seguito da Darbepoetina alfa ed Epoetina beta ( entrambe con 0,7 DDD ).
Le preferenze regionali sono molto variabili: sono ai primissimi posti tra i principi attivi per spesa in Campania, Lazio e Sicilia, mentre appaiono abbastanza meno prescritte rispetto ad altri principi attivi in zone come la PA di Trento e la Lombardia ( anche in questo caso potrebbero esistere differenze territoriali nella distribuzione diretta ), con un’ampia variabilità nelle preferenze per le singole molecole.

Nel corso del 2008 l’EMEA ha rivisto il profilo di sicurezza delle epoetine, sulla base di nuovi dati disponibili che hanno mostrato un aumento consistente e inspiegabile della mortalità in pazienti anemici con anemia associata ad una neoplasia maligna e trattati con epoetine; è stato inoltre osservato un aumentato rischio di mortalità e morbilità cardiovascolare in pazienti con malattia renale cronica trattati con epoetine fino a raggiungere elevati livelli di emoglobina.
A seguito di questa revisione l’EMEA, pur concludendo che i benefici di questi farmaci continuano a superare i rischi, ha richiesto che le indicazioni registrate prevedano l’utilizzo delle epoetine soltanto in presenza dei sintomi da anemizzazione; è stato inoltre raccomandato di non superare la concentrazione di 12 g/dl di emoglobina.

Fonte: Gruppo di lavoro OsMed. L’uso dei farmaci in Italia. Rapporto nazionale anno 2008. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2009

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