Biotech & Pharma Business
19 Giugno 2006 - L’industria farmaceutica è stata sempre accusata di promuovere in modo troppo aggressivo i propri farmaci.
Ora, negli Stati Uniti, il personale infermieristico viene impiegato da alcune società farmaceutiche per aumentare l’adesione dei pazienti alla terapia.
Un articolo pubblicato online su Business Week riporta alcuni esempi.
Serono e Pfizer, che commercializzano Rebif ( Interferone-beta 1a ), hanno dato vita al programma MS LifeLine che mette a disposizione dei pazienti con sclerosi multipla un’infermiera ( Nurse Educator ) a domicilio per fornire ausilio per la terapia.
Inoltre, l’infermiera è disponibile per spiegare ai pazienti che cosa attendersi dal trattamento, per rispondere alle loro domande e per assisterli nella gestione degli effetti indesiderati della terapia.
Negli USA, il trattamento per un anno con Rebif costa 19.200 dollari.
Eli Lilly ha impiegato 600 infermiere per condurre negli studi medici riunioni con i pazienti affetti da diabete.
Hoffman-La Roche si è avvalsa di infermiere per insegnare ai pazienti come usare il farmaco iniettabile anti-HIV Fuzeon ( Enfuvirtide ). L’iniziativa Nurse sta dando i suoi frutti perché permette all’industria farmaceutica di avvicinare i pazienti e di fornire soluzioni ai problemi pratici.
Le industrie farmaceutiche devono trovare nuovi modi per promuovere i propri farmaci.
Business Week sottolinea che la strategia di aumentare la propria forza di vendita per ottenere migliori risultati non offre benefici.
Gli informatori medico-scientifici sono così numerosi da indurre i medici a porre dei limiti alle visite sia come numero che come tempo.
Secondo ZS Associates la non-adesione del paziente alla terapia può privare le società farmaceutiche di 30 miliardi di dollari di vendite ogni anno.
Fonte: Business Week, 2006
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